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venerdì 7 ottobre 2011

Cancer treatment integrations. Easy and chep ways to help your therapy efficacy / Terapie per cancro e integrazioni - alcuni semplici modi di aiutare le terapie ad essere più efficaci

Omeprazole (or similar proton pump inhibitors) and sodium bicarbonate are easy to find, cheap and safe treatments to improve cancer therapies and suppress metastase proliferation / Omeprazolo o altri salvastomaco che siano inibitori della pompa protonica e Bicarbonato di sodio sono semplici ed economici trattamenti da integrare a qualsiasi terapia antitumorale per migliorarne gli effetti e inibire la proliferazione di metastasi.

http://www.altmedrev.com/publications/15/3/264.pdf

for any question, just ask on this blog/ per qualsiasi domanda, chiedete su questo blog

lunedì 3 ottobre 2011

Sorafenib/Nexavar per il tumore del fegato - ne vale la pena? Sorafenib/Nexavar is not cost effective (for english post scroll down)

L'Istituto nazionale per la salute e l'eccellenza clinica del Regno Unito (NICE) ha stabilito che il farmaco dal nome commerciale Nexavar (Sorafenib) non è "cost-effective", cioè non è equilibrato dal punto di vista del calcolo costi-benefici. 
Alcuni pazienti sembrano tollerare bene il farmaco, ma molti non ne sopportano gli effetti collaterali. Questo aggiunto al fatto che l'obiettivo dichiarato del farmaco non è la guarigione, ma il semplice rallentamento della malattia, mirando ad allungare la vita dei pazienti di alcune settimane.
Molti Oncologi sostengono che non ci siano alternative, ma in questo blog e sul sito www.redonda.it potrete trovare alternative molto valide e, sicuramente, meno dolorose.
Il prodotto da nome commerciale Synchro-Levels (che costa 30 euro circa, contro i 5000 euro (!!!) di Nexavar) ha già dimostrato in alcuni studi e nell'esperienza di importanti ospedali pubblici italiani di funzionare MEGLIO E SENZA EFFETTI COLLATERALI.
Se avete avuto esperienza con Nexavar/Sorafenib, raccontatecela e ricordate che non è l'unica soluzione.
Non abbiate paura a spiegare al vostro oncologo di Synchro-Levels, l'associazione Redonda-Onlus vi aiuterà, se lo vorrete, a reperire il materiale scientifico per spiegare nel dettaglio il suo funzionamento al vostro specialista.





Sorafenib/nexavar is not the unique way of fighting against liver cancer. There is another, SCIENTIFIC, DEMONSTRATED, PER REVIEWED, INTERNATIONALLY PUBLISHED way. Is the stem cells differentiating factors. See www.redonda.it in the scientific pages ("articoli scientifici"), where you can find english scientific papers you can download and show your doctor. Many peoples in Italy are getting better and better. Not everybody, of course, but nobody suffers with terrible side effects. 
Write us for any question, we are an independent charity faghitng against cancer and cancer-related lies.


The UK National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) has ruled that sorafenib should not be made routinely available for patients with the most common form of primary liver cancer, advanced hepatocellular carcinoma (HCC).

The institute's appraisal committee reviewed research that has been conducted on the drug and concluded that it does not represent a cost-effective use of NHS resources.
The results of a large-scale clinical trial found that sorafenib is helpful for patients who have not benefited from surgery, or for whom surgery is not a suitable option.
At present, surgery is the only treatment that can actually cure HCC, but most patients are not eligible. Sorafenib can help extend the lives of people with HCC by many weeks, but it is not a cure.
Andrew Dillon, chief executive of NICE, insisted that the institute is disappointed not to have been able to recommend sorafenib for patients with HCC, but that: "After carefully considering all the evidence, including the proposed 'patient access scheme' in which the manufacturer offered to provide every fourth pack free, sorafenib does not provide enough benefit to patients to justify its high cost."
Mr Dillon noted that a greater number of high-cost treatments are now being recommended thanks to NICE's new approach to appraising drugs that extend life.
"We looked at sorafenib in just the same way, but the price being asked by Bayer is simply too high to justify using NHS money which could be spent on better value cancer treatments," he claimed.
Professor Peter Johnson, Cancer Research UK's chief clinician, expressed the charity's disappointment with the decision.
"This drug has an effect in people with advanced liver cancer who are unable to have surgery or any other treatments, so we are disappointed that the manufacturers have been unable to reach an agreement to enable NICE to recommend this drug," he said.
Professor Johnson also noted: "It is particularly frustrating that cancer patients in the UK are unable to access this drug when it is routinely available elsewhere in the world."




venerdì 4 febbraio 2011

Nuovi risultati in tema di riprogrammazione delle staminali per la cura dell'epatocarcinoma, del tumore del colon e altri tipi di cancro


Current Pharmaceutical Biotechnology, un’importante rivista scientifica internazionale, dedica il volume 12 numero 2 di febbraio 2011 al tema della riprogrammazione delle cellule staminali normali e tumorali [Reprogramming of normal and cancer stem cells]. 
Il volume è curato da Pier Mario Biava, ricercatore medico, apripista di questo filone di ricerche da circa 20 anni. Le sue ricerche pionieristiche hanno aperto un nuovo modo di affrontare le malattie tumorali, che negli anni recenti viene riconosciuto come valido ed innovativo dalla comunità scientifica internazionale. 
Migliaia le ricerche che ultimi anni in tutto il mondo hanno dimostrato l’assunto sostenuto da Biava sin dall’inizio e cioè che la malignità del tumore è legata alla presenza di cellule staminali mutate, responsabili delle recidive della malattia e delle metastasi.  Le ricerche svolte dimostrano che queste cellule, che rispondono poco alla chemio e radioterapia, possono essere riprogrammate, confermando le proprietà in tale senso di alcune sostanze già individuate dallo stesso Biava e che negli studi in cui sono coinvolti pazienti considerati non trattabili in altro modo hanno dato risultati molto incoraggianti, compresa la scomparsa della malattia, dimostrata a mezzo TAC. Tali sostanze sono estratti embrionali di Brachydanio Rerio, un pesce tropicale noto anche come Zebrafish.
Da qui il numero speciale di Current Pharmaceutical Biotechnology, in cui si fa il punto sull'argomento attraverso il contributo di numerosi studiosi che lavorano in prestigiose istituzioni scientifiche internazionali: vi sono articoli di ricercatori del Centro Tumori di Tokio, di prestigiose Università e Centri di Ricerca americani, indiani, indonesiani, oltre che di importanti Università italiane, come l'Università di Milano, di Roma "La Sapienza" , di Pisa,  Varese, L'Aquila, Bocconi e di prestigiosi Istituti di Ricovero e Cura a Carattere  Scientifico, come Humanitas e Multimedica di Milano. 
Il numero speciale e' composto da 15 articoli, di cui 3 scritti da Biava. L'articolo che vede la partecipazione con la Bocconi e l'Università dell'Aquila mira a migliorare l'intervento terapeutico, suggerendo ai medici meticolosi protocolli di trattamento con i  fattori di differenziazione delle cellule staminali.  
Uno degli articoli con l'Universita' La Sapienza dimostra un fatto molto importante: che vi e' un potenziamento degli effetti di rallentamento sulla crescita tumorale se si usano contemporaneamente i fattori di differenziazione delle cellule staminali ed alcuni chemioterapici, come il 5 fluoro uracile, nel trattamento del tumore del colon.
Dal punto di vista terapeutico ha grande rilevanza l'articolo siglato come primo autore da Tito Livraghi, il padre del trattamento per via percutanea dei tumori del fegato, scritto in collaborazione con clinici dell'Università di Milano, in cui si descrivono i casi di regressione completa nei pazienti con epatocarcinoma in stadio intermedio-avanzato, trattati con i fattori di differenziazione messi a punto da Biava. I casi di regressione completa riguardano mediamente il 13% dei pazienti prima considerati terminali, mentre guardando i pazienti che hanno riscontrato una regressione parziale e una stabilizzazione della malattia la percentuale sale fino al 36%. Risultati molto incoraggianti se si pensa che nessun trattamento, ad esclusione della chirurgia o del trapianto nei limitati casi in cui sono possibili, prospetta risultati simili. 
Questi dati, oggettivamente riscontrati e ampiamente documentati nel numero della rivista, dimostrano che è necessario aprire a studi di massa su tali trattamenti per due motivi. Primo, per offrire a chi soffre nuove possibilità di cura, senza invalidare anzi potenziando le terapie già in uso. Secondo per continuare ad accrescere le percentuali di risposta.
Per sostenere queste ricerche Biava ha fondato Redonda-Onlus (sito: www.redonda.it  posta elettronica redonda.onlus@gmail.com).
La sfida del futuro è percorrere questa strada.